Un po' di
storia
Il rapporto tra il mare e il vino si perde nella storia.
2.500 anni fa, nell’antica Grecia, gli isolani di Chio avevano un segreto che custodivano gelosamente: quello di tenere l’uva per qualche giorno in mare ed eliminare la sostanza cerosa esterna, detta pruina, per avere poi un appassimento più veloce e riuscir a far mantenere al vino aromi e sostanze.
Gli antichi romani mescevano vini salsi, in cui le uve essiccate al sole venivano miscelate con acqua marina, per accelerare la maturazione e prevenire l’acetificazione.
In tempi più moderni si sono diffuse leggende su bottiglie intatte recuperate dai relitti di navi affondate, che si dice avessero sapori unici.
Molti degli attuali produttori citano in effetti questi ritrovamenti di bottiglie di vino intatte nei siti dei relitti come ispirazione, in particolare la scoperta del 2010 di 168 bottiglie di Champagne a bordo di un naufragio del XIX secolo nel Mar Baltico. Alcune di queste bottiglie di 170 anni erano effettivamente bevibili (la National academy of Sciences ha certificato la bevibilità a livello organolettico), pur conservando una leggera schiuma, con una bottiglia di Veuve Clicquot venduta per ben 15.000 euro all’asta. Questa è stata l’ispirazione diretta per “Cellar in the Sea” di Clicquot, un esperimento lungo 50 anni (e che costerà in totale 40 milioni di euro) per vedere come invecchiano le bottiglie di Champagne della casa immerse vicino al sito del naufragio nel 2014.
Da allora alcuni produttori in tutto il mondo hanno sperimentato l’invecchiamento subacqueo.
Oggi i vini vengono invecchiati sott’acqua in Francia, Spagna, Italia, Grecia, Stati Uniti, Cile, Sudafrica, Australia e diversi altri paesi, ma il numero totale di cantine che affina con vini sott’acqua (con metodologie diverse), corrisponde a solo qualche decina nel mondo.
Da allora il mercato degli UnderSeaWines è in crescita verticale.
UnderWaterWines
Il metodo
Jamin è la prima azienda in Italia nata e specializzata in servizi per il cantinamento subacqueo di vini, l’unica ad affrontare con metodo scientifico la ricerca sul cantinamento in mare, novità nel panorama enologico internazionale, con collaborazioni con le Università.
Utilizzare prodotto di terze parti ed occuparsi unicamente del cantinamento subacqueo ha permesso un approccio scientifico, innovativo e analitico.
UnderWaterWines: cosa succede al vino sott’acqua


Roberto Bellini
Premiere Ambassadeur Du Champagne
“Mi intriga questo metodo perché fatto in maniera studiata, l’incontro della energia della massa liquida dello champagne in corrispondenza alla pressione del fondale si fondono a meno 52 metri.”

Giuseppe Vaccarini
Vincitore Miglior Sommelier del mondo
“L’operazione di immergere i vini sul fondo del mare, ha un doppio risvolto: la spettacolarità e il profilo tecnico, che si rileva vincente.”

Wine TV
canale Sky 815
“Il mare è l’ambiente perfetto, la cantina ideale. Il mercato londinese è stato
estremamente reattivo, dinamico e pronto ad accogliere questi vini che sono una assoluta novità mondiale.”

Simone Loguercio
Best Italian Sommelier 2018
“Un’idea fantastica, innovativa.”

“Il vino sott’acqua non si abbellisce solamente di incrostazioni esterne, ma piuttosto matura in maniera peculiare.”

“The wine has a different taste than one from the cellar.”

“The unique experience of visiting the
underwater cellars.”

“Affinamento subacqueo, i pionieri di un nuovo futuro enologico.”
Il tuo vino diventa UnderWaterWine
Quella degli UnderWaterWines è una nicchia in crescita verticale, ma per il singolo produttore resterebbe troppo costoso e rischioso approcciare a questa modalità produttiva senza know how e tecnologie o un supporto.
Jamin semplifica questo processo offrendo la consulenza e i servizi per dare alla cantina l’opportunità di realizzare i propri UnderWaterWines in tempi brevi, con costi ridotti e con un supporto alla distribuzione
